Autunno: una tana per Ricci

L'importanza della fauna minore negli ecosistemi si riflette, in piccolo, anche nei nostri giardini e orti: un rospo o una famiglia di ricci forniscono servizi ecosistemici di notevole portata alle nostre coltivazioni famigliari, per esempio possono farci ridurre o eliminare l'uso di insetticidi.

Per attirare questi animali può essere sufficiente preparare l'ambiente adatto: servirà soprattutto acqua (indispensabile, un piattino o un vassoio con acqua bassa), cibo all'occorrenza, soprattutto in inverno, un luogo dove riprodursi, per esempio una cassetta nido, e un posto dove passare il letargo.

Normalmente i ricci iniziano il letargo tra ottobre e novembre, ma può capitare, soprattutto negli ultimi tempi col riscaldamento globale, di vederli attivi ancora a dicembre.

I problemi maggiori per questi animali potrebbero essere i gatti, che è sempre bene tenere sotto controllo: può non essere evidente a un primo sguardo, ma i gatti domestici sono fra i predatori più attivi sulla piccola fauna dei nostri giardini.

Con l'arrivo dell'autunno si potrebbe predisporre una piccola catasta di legna, coperta con erbe secche e foglie. Questo semplice rifugio naturale è usato da moltissimi piccoli animali, e in primavera potrebbe ospitare un nido di scricciolo, per esempio.

 

Oppure si può costruire con facilità un rifugio invernale per i ricci. Ciò che serve davvero è che sia a prova di pioggia, ben isolato con fieno e foglie, con un ingresso abbastanza largo da far passare il riccio, ma abbastanza stretto da impedire ad altri animali di entrare o infilare la zampa. I numerosi progetti reperibili online raccomandano sempre di predisporre un corridoio d'ingresso separato dalla stanza di letargo, così si avrà anche un riparo dal vento.

Le assi dovranno essere di legno (la plastica o il metallo si raffredderebbero troppo rapidamente), meglio con uno spessore di 2 cm. Il compensato marino può andar bene. Se si decide di dare dell'impregnante, sarà necessario lasciare asciugare bene, perché i ricci sono sensibilissimi agli odori. Non si devono usare assolutamente sostanze tossiche.

Dopo aver assemblato la tana artificiale, si dovrà ricoprire il tetto per renderlo impermeabile: può andar bene un pezzo di lamiera ondulata, anche di plastica, o un foglio catramato o simili. Il tetto dovrebbe essere apribile con due cerniere, e chiuso con un piccolo gancio. Può essere un'ottima idea attaccarvi un cordolo interno aderente alle pareti, così da isolare l'interno dagli spifferi d'aria.

Si potrà mettere una manciata di foglie e fieno all'interno, ma sarà poi il riccio a portarvi i materiali che gli serviranno.

La tana artificiale dovrà essere sistemata fuori dai passaggi di persone e animali domestici, meglio se nascosta in una siepe, rigorosamente in ombra. Per limitare gli sbalzi termici si potrà ricoprire il tutto con foglie secche e fieno.

Si raccomanda di non disturbare la tana, almeno finché non arriveranno i primi freddi intensi. Solo allora si potrà verificare se è stata davvero occupata, oppure, ancora meglio, si possono osservare le tracce o mettere una fototrappola, per dare il minor disturbo possibile.

La costruzione è molto semplice: meglio usare viti, più tenaci dei chiodi. Le misure sono indicative e tengono conto dello spessore delle tavole, che in questo progetto è di 2 cm.

Visione d'insieme della tana montata. Il corridoio d'accesso può essere largo 12-13 cm, e la curva in fondo spezza l'aria in entrata e impedisce ai predatori di arrivare con la zampa alla camera di letargo. Potendo, si può ripetere la struttura anche sul lato opposto della camera, costruendo un altro corridoio e un'altra uscita, che sarà molto apprezzata come via di fuga. In questo caso le misure delle assi vanno adattate alla nuova struttura.

 

Nel caso si trovassero ricci in difficoltà si può chiamare il CRAS locale (per esempio, per il cuneese, il CRAS di Bernezzo o le strutture specializzate in ricci, come il Centro Recupero Ricci "La Ninna" di Novello