Museo Civico di Storia Naturale Craveri di Bra

Tra le più antiche istituzioni scientifiche dell'area cuneese che hanno dato concretezza e regolarità agli studi in campo naturalistico, il Museo Civico Craveri di Storia Naturale di Bra ha conservato intatta sia la collocazione, sia le collezioni. Questa continuità ha permesso di realizzare un'esposizione che è al contempo scientifica e storica, dove il palazzo, gli arredi e i ritratti sono parte integrante del Museo stesso.

LA STORIA DEL MUSEO

All'inizio del XIX secolo, l'avvocato braidese Angelo Craveri (19/12/1790 - 17/09/1847) lavorava a Torino come Sottosegretario di Stato agli Interni nel Regno di Re Carlo Felice di Savoia. Fu qui che conobbe il cuneese Franco Andrea Bonelli, famoso naturalista che dirigeva il Museo Zoologico dell'Università di Torino, che trasmise a Craveri l'amore per le Scienze Naturali e la passione per le collezioni. L'amicizia fra i due perdurò tutta la vita, tanto che il manoscritto originale del "Catalogo degli Uccelli del Piemonte", opera di Bonelli del 1811, venne consegnato a Craveri ed è custodito tutt'ora nel Museo a Bra.

A Torino nacquero i figli Federico (1815), Ettore (1816), Ernesto (1819) e i gemelli Sofia e Gustavo. Fu ai primi due figli in particolare, Federico ed Ettore, che Angelo trasmise la passione per le materie scientifiche: amplieranno a tal punto le collezioni da poter essere considerati anch'essi come veri fondatori del Museo.

Angelo Craveri lasciò Torino e tornò a Bra nel 1836: in quell'anno acquistò una casa in cui  organizzò una collezione privata che inizialmente raccoglieva soprattutto Uccelli e Coleotteri che ne occupavano una sola stanza. Nel 1843 le collezioni erano cresciute tanto da richiedere la sopraelevazione di casa Craveri, in cui adesso un intero piano era dedicato al Museo.

Federico Craveri (Torino, 29/07/1815 - Bra, 14/04/1890) viaggiò a lungo in Messico e Nord America, dal 1841 al 1859, compilando quasi giornalmente un giornale di viaggio negli anni 1855-59, che non fu pubblicato quand'era in vita, ma che costituisce un interessantissimo campionario di osservazioni antropologiche, rilievi scientifici e descrizioni naturalistiche. La trascrizione completa venne poi realizzata nel 1947 a cura di Teresa Vissio in occasione della sua tesi di laurea, e stampata dal Museo Craveri in 2 volumi nel 1990, a cura di Domenico Brizio. Durante il viaggio Federico raccoglieva regolarmente dei campioni che spediva in Italia, in quantità tale che nel 1861, la casa fu ulteriormente ampliata con un nuovo edificio destinato a lui e alle sue collezioni americane. Anche Ettore viaggiò in Messico, fra il 1847 e il 1849, coadiuvando il fratello nella raccolta di reperti.

Il Museo crebbe d'importanza anche grazie agli studi meteorologici e all'osservatorio che realizzarono nel 1859, al ritorno di Federico, e che da allora è stato sempre in funzione, creando una delle più lunghe serie di dati disponibili in Italia.

Alla morte di Ettore nel 1884, Federico ereditò tutte le collezioni, e quando lo stesso Federico morì nel 1890, gli eredi donarono il Museo al Comune di Bra.

Euclide Milano, futuro direttore del Museo Civico di Cuneo, diresse il Museo Craveri agli inizi del '900 e destinò due piani della proprietà al Museo Popolare di Storia ed Arte.

Nel 1972 questo Museo venne trasferito nell'attuale sede di Palazzo Traversa, sempre a Bra, con le sezioni di archeologia, storia ed arte, mentre il nuovo direttore, padre Ettore Molinaro, ricostruì l'originaria impostazione di casa Craveri con il Museo di Storia Naturale che, ormai, occupava l'intera proprietà. Padre Ettore diede un grandissimo impulso alle attività del Museo e promosse la riorganizzazione delle esposizioni, i restauri alle sale, e le molte attività scientifiche e didattiche, sia in aula sia all'aperto.

Oggi il Museo è guidato dal  responsabile Rino Brancato. Le collezioni sono organizzate in tre piani per un totale di 11 sale, con una serra dedicata alle piante succulente, il giardino, la biblioteca e il laboratorio didattico, più diverse collezioni di studio.

 

LE SALE

É impossibile riportare qui l'elenco completo delle sale e dei reperti, numerosissimi e estremamente vari per provenienza, età e tipo. Il riassunto che segue non vuole quindi essere una guida del Museo, ma solo un invito a visitarlo, per scoprirne le curiosità, la storia e gli elementi scientifici d'interesse in ogni vetrina.

Si rimanda alla bibliografia a fondo scheda per la documentazione sui punti trattati.

LABORATORIO: dal cortile d'ingresso si accede al Laboratorio di Ecologia, di recente costruzione. Qui i visitatori, in particolare le scuole, possono seguire le attività didattiche proposte dal Museo. Sono disponibili microscopi, attrezzature per ricerche sia biologiche che geopaleontologiche e chimiche, e funge anche da sala proiezioni.

BIBLIOTECA: il primo edificio ospita la ricchissima biblioteca di testi scientifici e divulgativi. è aperta al pubblico sia per la consultazione che per il prestito. Conta circa 7000 monografie, numerose riviste scientifiche e circa 20.000 estratti e opuscoli scientifici.

GIARDINO: uscendo dal primo edificio si attraversa il giardino con una collezione xilologica di sezioni di alberi centenari. Il giardino ospita diverse specie vegetali, tra cui spicca una Tamerice (Tamarix gallica) iscritta nell'elenco degli Alberi Monumentali del Piemonte. Si tratta di un esemplare eccezionale anche perché di solito questa specie non supera il secolo, mentre qui si ha la prova di un'età di almeno 158 anni: in Museo è conservato un foglio d'erbario di Federico Craveri con delle foglie di questo esemplare, datato 19 maggio 1863. Attualmente ha una circonferenza di 298 cm e una altezza di 5,5 metri.

SERRA: nel 2005 è stata allestita una serra climatizzata per piante grasse nel giardino del Museo, curata da Jenny Rinaudi. Oltre ai generi che già i Craveri coltivavano, importati da loro dalle Americhe, la serra raccoglie circa 1000 esemplari appartenenti a 600 specie, fra cui Cereus, Opuntia, Aloe, Marmillaria elongata. Alcune piante derivano da una donazione del Giardino Botanico Villa Hambury (Ventimiglia).

STAZIONE METEOROLOGICA: una parte di questa storica installazione si trova in giardino (termoigrometro e nivometro), mentre quella più antica, oggi rinnovata, è nella stessa sede scelta dai Craveri, sul terrazzino del palazzo del Museo (anemometro, banderuola, e pluviometro). Tutt'ora in funzione, continua a raccogliere dati ininterrottamente dal 1 dicembre 1859: in Piemonte solo Alessandria ha una stazione più antica (1857). Online si trova il riassunto dei dati complessivi e anche le rilevazioni in tempo reale (vedi bibliografia).

SALA CRAVERI, al piano terra: è dedicata ai fondatori del Museo. Il soffitto è affrescato con dipinti in stile Liberty del 1919, realizzati da Giorgio Boasso su incarico di Euclide Milano, allora direttore del Museo. Richiamano le battaglie della Prima Guerra Mondiale e sono dedicati ai caduti braidesi. Le vetrine raccontano le vite e gli interessi dei Craveri, le loro esplorazioni e le attività di educazione popolare. Vi sono esposte le pubblicazioni storiche e anche una bottiglia che Ettore nascose nel pavimento quando restaurarono la casa nel 1861, con un messaggio per i posteri. La bottiglia fu ritrovata da padre Ettore Molinaro nel 1977, durante nuovi restauri.

É esposto anche l'eliofotometro inventato da Federico Craveri nel 1873: un apparecchio che registrava su una striscia di carta fotosensibile le variazioni di luminosità del cielo durante la giornata: si sapeva così in che ora, giorno per giorno, era sereno o nuvoloso e in che misura. L'apparecchio fu adottato anche da altri osservatori meteorologici, fra cui Cuneo. Una delle specie scoperte nei viaggi in America è esposta in due esemplari: l'Urietta dei Craveri (Synthliboramphus craveri): trovata da Federico nel mare di Cortez. Fu descritta dal famoso ornitologo Tommaso Salvadori nel 1865.

Al centro si trova la Macchina Elettrostatica di Ramsden utilizzata da Federico nelle sue lezioni alla Scuola Tecnica di Bra (1870), ancora funzionante.

Sullo schermo in fondo si può vedere questo breve film sulla vita di Federico Craveri, interpretato dall'attore Felice Andreasi. A cura di Rino Brancato, regia e montaggio Stefano Scarafia, fotografia Vito Custodero e Stefano Scarafia, produzione BODACOM

 

SALE DI SCIENZE DELLA TERRA, piano terra: raccontano la geologia in senso generale e la regione braidese nel particolare. Un plastico illustra l'area della cattura del Tanaro (vedi scheda QUI). I fossili locali raccontano la storia del territorio a partire dal triassico (coralli Rhabdophylla sp.), il mare del Golfo Padano con un sirenio (Metaxytherium subapenninum ) scoperto dai Craveri sulle colline circostanti nel 1876. Simile a un dugongo, visse fra 3,19 e 2,59 milioni di anni fa. Importante anche un reperto fossile di poiana risalente al Messiniano, trovato a Roddi nel Roero, molto ben conservato.

Le collezioni comprendono anche le conchiglie fossili del pliocene di Bra, in parte esposte, raccolte dai Craveri in occasione della costruzione della Ferrovia Bra - Alessandria. Durante gli scavi Federico ed Ettore erano soliti far visita agli operai, e mentre un domestico li distraeva con bicchieri di vino, i Craveri esploravano gli sbancamenti e raccoglievano i reperti, per poi allontanarsi in fretta all'arrivo del direttore del cantiere, che non vedeva di buon occhio le pause dal lavoro degli operai...

SALE DI ZOOLOGIA, primo piano: presentano la rappresentazione grafica tridimensionale degli ambienti marini e la storia dell'evoluzione della vita. Qui sono esposti gli Insetti in numerose vetrine alle pareti, e gli organismi marini.

Altre tre sale illustrano i vertebrati: nelle vetrine trovano posto Uccelli sia europei che esteri, fra cui l'importante collezione di oltre 60 specie di colibrì. Una sala è dedicata ai Pesci, con la ricostruzione in vetroresina del corpo del Pesce sega e del Pesce spada. Una vetrina è dedicata agli Anfibi, anche esotici. Il resto dell'esposizione presenta i Rettili, con una vetrina centrale dedicata ai Loricati (coccodrilli ecc.), e quelle alle pareti per Serpenti, Cheloni e Sauri.

SALE DI PREISTORIA DEL TENERE' E DEL NIGER, al secondo piano. L'una racconta le esplorazioni del Conservatore Onorario di Antropologia dott. Giancarlo Turco, che viaggiò nel Tenerè fra il 1974 e il 1981, raccogliendo oltre 6000 reperti in parte esposti, insieme alla narrazione dei viaggi. L'altra raccoglie i reperti del Niger fra cui spiccano le terrecotte del popolo Bura, una popolazione ancora in parte misteriosa. Nel 1999 il Museo fu visitato dal Ministro del Turismo e dell'Artigianato del Niger, Rhissa Ag Boula, che portò numerosi reperti archeologici in dono. Molto rara è la statuetta della testa di cavallo del III-X secolo, dono del 2001 dell'Ambasciatore del Niger in Italia, che visitò il Museo: si formò il Parternariato scientifico fra il Museo Craveri e il Museo Nazionale del Niger di Niamey. Questa sala è l'unica in Italia dedicata all'archeologia del Niger.

SALA DELLE COLLEZIONI ORNITOLOGICHE, al secondo piano: fu restaurata nel 2012. É particolarmente suggestiva perché conserva l'aspetto che aveva il Museo poco dopo il 1843: i mobili sono quelli progettati dallo stesso Federico Craveri, come l'espositore ottagonale a forma di obelisco al centro, che mostra le collezioni di uova e nidi di uccelli, sormontato dal piccolo mappamondo. Qui trovano posto anche i mammiferi, fra cui alcuni particolarmente rari, come il Leopardo delle nevi o la Saiga. Nelle vetrine si notano Uccelli locali dell'epoca, come gli esemplari di Gipeto, che si estinse sulle Alpi all'inizio del '900, per poi tornarvi solo negli anni '90 grazie a interventi di reintroduzione.

SALA DEI DIORAMI, secondo piano: conclude il percorso di visita questa suggestiva, dove in varie vetrine vengono presentati gli ambienti del Roero, anche nelle diverse stagioni. Dai fondali si riconoscono le montagne circostanti e gli ambienti della zona, come coltivi, boschi e il particolare biotopo dei Rii di Cherasco.

ERBARI:  sui pianerottoli sono esposti, oltre ai mammiferi africani, anche alcuni fogli dell'importante erbario del Museo: sono più di 5000 esemplari, raccolti a partire dal 1859, riorganizzati e conservati grazie al lavoro del curatore Franco Rota. Dal 2017 questo erbario è iscritto, con l'acronimo CBRA, all'IndexHerbariorum del New York Botanical Garden, una organizzazione che dal 1935 rende disponibili agli studiosi i più importanti erbari del mondo.

COLLEZIONI DI STUDIO: come ogni Museo, anche il "Craveri" ha molte collezioni che non è possibile esporre: dai molluschi fossili all'Erpetologia, fino a diversi armadi con scheletri di mammiferi, erbari, Insetti europei e americani, anche dell'800, e vari reperti di studio donati da collaboratori e ricercatori in più di un secolo di attività scientifica.

 

ATTIVITA' DEL MUSEO

Oltre alle attività con le scuole nel Laboratorio di Ecologia, il Museo conduce anche diversi progetti di educazione ambientale svolte sul campo, in particolare al Bosco Crociato, un'area gestita dal Museo nel Roero dove il bosco ha potuto svilupparsi senza interferenze (vedi scheda QUI).

Dal 2004 il Museo partecipa a Orto in condotta, un progetto di Slow Food per la realizzazione con le scuole primarie di un'area didattica dedicata all'orticoltura biologica.

Il Museo è fra gli editori della Rivista Piemontese di Storia Naturale, la pubblicazione scientifica annuale della ANP (Associazione Naturalistica Piemontese), di cui è cofondatore. In Museo vi è anche la sede del Gruppo Inanellatori Piemontesi e Valdostani  (GR.I.P.) che per decenni ha compiuto studi sulla biologia degli Uccelli, anche grazie all'instancabile lavoro di Mimmo Ferro.

L'Associazione "Amici dei Musei", nata nel 1997, promuove la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale braidese attraverso attività divulgative e la pubblicazione di numerosi volumi dedicati.

Il Museo organizza inoltre conferenze, escursioni nel Roero, corsi di disegno naturalistico e proiezioni di film a tema.

INDIRIZZO E ORARI

via Craveri 15, Bra (CN)

Tel. 0172 412010

craveri@remove-this.comune.bra.cn.it

Orario:

lunedì 15.00 - 18.00

martedì 15.00 - 18.00

mercoledì 15.00 - 18.00

giovedì 15.00 - 18.00

venerdì CHIUSO

sabato CHIIUSO

domenica 10.00 - 12.30 e 15:00 - 18.00 con accompagnamento alla visita

Apertura per le scuole con visite guidate da lunedì a venerdì 8.00 - 13.00

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

Monografie

 

Rino Brancato, Roberto Tibaldi (a cura di), Quaderni didattici I fiumi del braidese e Il Roero: schede natura, 1995 e riedizioni successive.

 

Rino Brancato, Tra Tanaro e Stura, esperienze didattiche, DVD, 1999.

 

Domenico Brizio (a cura di), Giornale di Viaggio di Federico Craveri, 1990.

 

Euclide Milano, Fra Indios e Yankees. Viaggi in America di Federico Craveri, 1928 (ristampa anastatica 1990).

 

Francesco Fedele, Giancarlo Turco, Preistoria del Teneré, 1982.

 

Ettore Molinaro (a cura di), Epistolario meteorologico. Craveri - Denza e... altri, 1995.

 

Ettore Molinaro (a cura di), Il Museo Civico "Craveri" di Storia Naturale, DVD, 2001.

 

Ettore Molinaro (a cura di), Guida. Il Museo Civico "Craveri" di Bra di Storia Naturale, 2010.

 

Ettore Molinaro (a cura di), Federico Craveri racconta..., 2013.

 

Gian Carlo Perosino, 1989: Climatologia di Cuneo. Rivista Piemontese di Storia Naturale, 10, 1989: 43-68. Scaricabile da QUI

 

Franco Rota, Roero, flora spontanea e vegetazione, 2008.

 

Franco Rota, Oreste Cavallo, Guida agli Alberi e agli Arbusti spontanei nel Roero, 2013.

 

 

Sitografia

 

Alberi Monumentali d'Italia: è possibile scaricare in pdf l'elenco completo da QUI

 

ARPA Piemonte: pagina dedicata alla Stazione Meteorologica del Museo Craveri, con dati storici e attuali in tempo reale QUI

 

Associazione Nazionale Musei Scientifici: pagina dedicata al Museo Craveri

 

Index Herbariorum - New York Botanica Garden: pagina dedicata al Museo Craveri

 

MeteoNetWork: pagina dedicata ai rilevamenti in tempo reale della Stazione Meteorologica di Bra - Museo Craveri

 

Ministero della Cultura: pagina dedicata al Museo Craveri

 

Sito del Museo Craveri di Storia Naturale di Bra: https://www.museocraveri.it/

 

Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino: pagina dedicata al Museo Craveri

 

Regione Piemonte: link per scaricare la serie di dati meteorologici raccolti dal Museo Craveri dal 1950 ad oggi

 

 

 

Autori: Ornella Reinaudo, Dario Olivero

Tag: Museo Craveri, Bra, collezioni, bosco Crociato