Il Bosco del Gerbasso è un progetto di riqualificazione ambientale realizzato dalla collaborazione tra il Comune di Carmagnola e il Museo Civico di Storia Naturale di Carmagnola, a partire dal febbraio 1987.
L’area, all’interno di un ampio meandro del Po, era occupata da vegetazione invasiva che si era insediata a seguito dell’abbandono delle colture, con una fascia adiacente a saliceto soggetto a tagli abusivi.
In questa gif animata si può seguire l'evoluzione dei meandri in 113 anni: carta del TCI e satellitare del 2021. Si può vedere al centro il taglio dei meandri con il fiume più rettilineo. La formazione dei laghetti delle cave e l'interruzione della strada in basso. Vedere la bibliografia in fondo per reperire le mappe online.
Si intendeva ricreare un esempio del bosco planiziale che ricopriva in tempi antichi la Pianura Padana: tipicamente si trattava di querco-carpineti, quindi composti in prevalenza da Farnia (Quercus robur) e Carpino bianco (Carpinus betulus). Il progetto, sul lungo termine, prevedeva anche l’introduzione degli elementi del sottobosco caratterizzanti questi ambienti, per favorire il raggiungimento nel tempo di un vero e proprio bosco maturo, che potesse autosostenersi, per esempio contrastando da sé la crescita delle specie invasive.
Nel 1992 il bosco fu ampliato di altri 10 ettari con Delibera Comunale, raggiungendo un totale di 19 ettari. Inoltre, la presenza di cave dismesse con laghetti e stagni forniva un grande valore aggiunto a tutta l’area, in continuità con la vicina Riserva Naturale Speciale della Lanca di S. Michele.
Per non trascurare nessun aspetto della creazione del bosco, altre azioni sono state portate a compimento a partire dal 1994, con la piantumazione di cespugli di sottobosco, creazione di nuovi stagni, piantumazione di erbe.
Il Bosco del Gerbasso è strutturato in diverse fasce a seconda del momento di impianto e della zona:
- Saliceto su terreni demaniali: nella parte bassa del meandro, soggetto a inondazioni. Rimboschita con Salice bianco (Salix alba) e Pioppo bianco (Populus alba), mentre era già presente una fascia di Sambuco nero (Sambucus nigra).
- Querco – carpineto di 6 ettari impiantato nel 1987. Rimboschita con Farnia (Quercus robur) Carpino bianco (Carpinus betulus), Acero campestre (Acer campestre), Pioppo bianco (Populus alba), Frassino maggiore (Fraxinus excelsior), Salice bianco (Salix alba),Ciliegio selvatico (Prunus avium), Ontano nero (Alnus glutinosa), Acero montano (Acer pseudoplatanus),Acero platanoide (Acer platanoides), Pioppo nero (Populus nigra).
- Querco – carpineto di 8 etteri impiantato a partire dal 1992
- Prato di circa 2 ettari
I cespugli di sottobosco sono stati scelti fra le specie locali: Biancospino (Crataegus monogyna), Sanguinello (Cornus sanguinea), Berretta da prete (Euonymus europaeus), Viburno (Viburnum opulus), Nocciolo (Corylus avellana), Corniolo(Cornus mas).
Grazie a un apposito permesso dell’Assessorato Ecologia della Regione Piemonte, si è potuto immettere nel bosco del Gerbasso le piante erbacee tipiche dei querco – carpineti: Mughetto (Convallaria majalis), Aglio ursino (Allium ursinum), Sigillo di Salomone (Polygonatum odoratum) e Polmonaria (Pulmonaria officinalis), fino a erbe minacciate nel loro sito originario, che qui trovano protezione.
Anche la lettiera è stata implementata con l’apporto di humus e relativi microorganismi, fogliame secco qui traslocato e creazione di piccole cataste col legno di risulta dei tagli cittadini, per formare siti di riparo per piccoli mammiferi, uccelli, anfibi, rettili e invertebrati.
I tre stagni creati all’epoca furono impermeabilizzati con un fondo di argilla e vi fu introdotta una vegetazione acquatica formata da Ninfea (Nymphaea alba), Iris giallo (Limniris pseudacorus), Trifoglio acquatico (Menyanthes trifoliata), Erba pesce (Salvinia natans), Coltellaccio maggiore (Sperganium erectum).
Dal 1996 furono definiti i sentieri e la cartellonistica per la fruizione dell’area da parte del pubblico, ed è stato creato un capanno al margine del prato per l’osservazione della fauna. Diverse cassette nido e altre installazioni completano la realizzazione del progetto.
Nel 2021 la Giunta Comunale ha realizzato uno scambio di terreni con un privato per acquisire altri 28000 metri quadrati adiacenti al Bosco del Gerbasso, utilizzati fino ad ora per coltivazioni agricole. Questa nuova area sarà allestita con nuove radure, spazi didattici e di sosta, ed è allo studio la realizzazione di una rete di percorsi ciclopedonali insieme agli altri Comuni limitrofi. La vicina Lanca di S. Michele, in corso di naturale interramento, è stata recuperata in parte e si è costruito un nuovo capanno per birdwatching grazie all’opera di compensazione per la costruzione di un supermercato. Verranno realizzati anche altri 3 stagni in diverse zone del bosco.
Nell’area del Bosco del Gerbasso sono stati svolti diversi studi faunistici che hanno portato a varie pubblicazioni scientifiche e tesi di laurea. Uno di questi studi (Gertosio & Boano, 2002 ) analizza la comunità ornitica insediatasi nel tempo, confrontandola con altri ambienti vicini: risultò la presenza di 31 specie, con dominanza di Capinera, Pettirosso, Cinciallegra, Merlo, Usignolo e Codibugnolo, evidenziando una somiglianza tra la comunità del bosco del Gerbasso con quella della Lanca di S. Michele, che invece risultava diversa da quella riscontrata nel parco di Racconigi e nei boschi lungo il torrente Maira.
Sempre sugli Uccelli, fu osservata una netta diminuzione delle Cornacchie e degli Storni, che prima si alimentavano nelle zone aperte dell'area, mentre adesso, con l'avanzare del bosco, cedono il passo a Cince, Codibugnoli, Regoli, Luì, Scriccioli, Picchi, Ghiandaie, Frosoni e a volte Beccacce. I Lombrichi sono aumentati moltissimo con l'arricchimento del suolo, e hanno attratto molti predatori quali Toporagni, Moscardini, Ricci, Talpe, Tordi e Cesene, che a loro volta hanno attratto il Gufo comune, che ha nidificato nell'aerea.
Un altro esempio di studio è quello che prende in esame i Coleotteri Histeridae del Bosco del Gerbasso (Rastelli & Penati, 2002): nell’occasione fu scoperto qui il raro Hypocaccus rugiceps, che era noto in Piemonte solo per una generica segnalazione del 1889 non più riconfermata fino ad oggi.
Un ultimo studio che si riporta a titolo di esempio tra i tanti svolti, è quello di Rastelli & Evangelista (2017) che esaminarono i Coleotteri Elateridi, trovando 27 specie di cui 2 di interesse conservazionistico (Denticollis linearis e Ampedus pomonae) e confrontando la comunità con quelle di altri siti piemontesi.
Oggi il Bosco del Gerbasso è inserito insieme alla Lanca di S. Michele nel S.I.C. IT1110024 “Lanca di S. Michele”.
BIBLIOGRAFIA
Descrizione del S.I.C “Lanca di S. Michele” dal sito della Regione Piemonte QUI
QUI gli itinerari nel bosco dal sito del Parco del Po Piemontese
QUI l’itinerario proposto dalle Aree Protette del Po Piemontese
QUI la notizia del recente ampliamento dal giornale “Il Carmagnolese”
Gertosio G. & Boano G, 2002: “Il Rimboschimento naturalistico del bosco del Gerbasso nel Parco fluviale del Po a Carmagnola: Quali effetti sull'avifauna?”. Rivista Piemontese di Storia Naturale, 23, 207-226
Scaricabile da QUI
Mappa del Piemonte del Touring Club Italiano, 1908: Carta d'Italia, Foglio 9, Torino. Scaricabile QUI
Mappa U.S. Army, 1944: scaricabile QUI
Carta Tecnica Regionale del Piemonte, scaricabile previa selezione dell'area di interesse: QUI
Rastelli M. & Evangelista M., 2017: Gli Elateridi del Bosco del Gerbasso (Sito di Importanza Comunitaria IT1110024 “Lanca di San Michele”) (Insecta, Coleoptera, Elateridae) . Rivista Piemontese di Storia Naturale, 38, 2017: 293-304
L’estratto dello studio QUI
Rastelli & Penati, 2002: Gli Histeridae di un’area rinaturalizzata del Parco fluviale del Po: il Bosco del Gerbassso (Insecta: Coleoptera). Rivista Piemontese di Storia Naturale, 23, 2002: 129-142
Scaricabile da QUI
Storia del Bosco del Gerbasso nei Quaderni del Ministero dell’Ambiente (n. 3): scaricabile in pdf da QUI
Autori: Giovanni Battista Delmastro, Dario Olivero
Tag: Bosco Gerbasso, meandro, fiume Po, Museo di Carmagnola