Poco oltre il grande parco del castello di Racconigi sorge il Centro Cicogne e Anatidi (CCA), che si occupa della ricostituzione della popolazione italiana di Cicogna bianca e della protezione di anatidi rari, fra cui il Gobbo rugginoso.
La cicogna in Italia
Negli ultimi 500 anni la Cicogna bianca ha sofferto di un lento declino in tutta Europa. Pare che le cause siano da imputarsi sia alle condizioni che trovava in Europa (bracconaggio, carenza di siti idonei…) sia a quelli nelle stazioni di svernamento in Africa (pesticidi ecc..). In Italia era estinta come nidificante fin dal XVI secolo (Brichetti, 1983), anche se pare che alcune sporadiche coppie siano riuscite a riprodursi fino al ‘700. Nella seconda metà del ‘900 alcune coppie tentarono di nidificare, ma quasi sempre senza esito. In questo nuovo periodo, il primo nido in Piemonte si registrò nel 1959. Da allora al 1980 ci furono solo 13 tentativi nella regione, di cui appena due arrivarono all’involo dei piccoli (Caula & Beraudo, 2014), e nessuno di questi era in provincia di Cuneo.
Fu col tentativo di Carmagnola del 1980, andato fallito a causa del bracconaggio che uccise un membro della coppia, che si iniziò a pensare seriamente a ricostituire la popolazione nidificante. Si decise di sostenere la cicogna sia in modo diretto con piattaforme di nidificazione e un allevamento mirato, sia indirettamente con l’educazione ambientale e la corretta informazione.
La storia
In primo centro cicogne europeo nacque in Svizzera nel 1948 ad opera di Max Bloesch ed ebbe successo solo dopo lunghi anni di tentativi: ad oggi, la cicogna si riproduce regolarmente in Svizzera, dove era estinta come nidificante fin dal 1949. Appoggiandosi all’esperienza di Bloesch, venne fondata a Racconigi nel 1985 l’Associazione Centro Cicogne, con il supporto della LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), del naturalista friulano Fabio Perco, che fece da supervisore scientifico, e di Bruno Vaschetti con la sua famiglia, che mise a disposizione i 21 ettari della sua proprietà a Cascina Stramiano e la sua esperienza di allevatore e ornitologo.
Quell’anno Bloesch consegnò le prime 10 cicogne, che trovarono posto nella voliera di Racconigi. Già l’anno successivo si ebbe la prima nidificazione che si concluse con un successo. In seguito si formarono coppie miste fra quelle allevate e quelle selvatiche di passaggio, e proprio queste ultime iniziarono a fermarsi sempre più spesso in zona, attratte da quelle del centro, e iniziarono a nidificare anche nei comuni del circondario, oltre che a Racconigi.
Nel frattempo erano sorti molti altri centri cicogne in pianura Padana e nell’Italia peninsulare e tutti insieme contribuivano a creare quella situazione famigliare per quelle di passaggio, che le induceva a sostare e che portò al felice risultato finale.
Ad oggi, sebbene il numero di cicogne complessivo non sia mai molto alto, si può affermare che la specie ha stabilizzato la sua presenza in Italia ed è tornata ad essere un nidificante regolare.
Grazie agli anelli di riconoscimento, fra le cicogne di Racconigi si identificano esemplari marcati in Svizzera, Germania e Francia, mentre le cicogne nate a Racconigi sono state ritrovate in Olanda, Danimarca, Francia, Spagna e nord Africa.
La rotta migratoria preferenziale delle cicogne che passano per il Piemonte è il corridoio ecologico di Stura, che prosegue poi nel sud Francia, in Spagna, poi stretto di Gibilterra e infine nord Africa fra Marocco, Algeria e Tunisia. Una parte si ferma a svernare nel sud della Spagna.
Il Centro
Il centro è anche un’Oasi Naturalistica, a sua volta compresa all’interno del SIC (Sito di Importanza Comunitaria) “Parco del Castello Reale di Racconigi e terreni lungo il torrente Maira” IT116001, gestito dal Parco del Monviso, con cui il Centro ha una attiva collaborazione. Essere in un SIC permette al CRAS di rilasciare gli animali curati direttamente all’interno del Centro (tranne quelli di specie che richiedono ambienti particolari, come le specie alpine).
Oggi il Centro conta due specchi d’acqua principali: la palude piccola e la palude grande, più una serie di laghetti per l'allevamento delle anatre. Le due paludi e il laghetto del Gobbo rugginoso hanno capanni per l’osservazione dell’avifauna. Nella palude grande sorge anche l’osservatorio a due piani che offre un punto di vista privilegiato sugli uccelli acquatici.
Qui si svolgono le attività didattiche e le visite guidate, sia per scolaresche che per privati, che trattano le cicogne, le anatre, la biologia degli uccelli e gli ambienti di zona umida.
Il Centro si occupa infine di seguire e promuovere ricerche scientifiche, fra cui: censimenti faunistici per la Banca Dati della Regione Piemonte, monitoraggi sanitari in collaborazione col Servizio veterinario dell’ASL e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, inanellamento scientifico dell’avifauna, tirocini formativi dell’Università degli Studi di Torino.
Il Gobbo rugginoso e le altre anatre
Il Centro Cicogne e Anatidi di Racconigi è impegnato anche nella tutela del raro Gobbo rugginoso (Oxyura leucocephala), un’anatra estinta in Italia dal 1976.
Il progetto di allevamento e reintroduzione è iniziato nel 1989 dalla collaborazione della LIPU con il Parco Nazionale del Coto Doñana, in Spagna: alcuni esemplari sono stati trasferiti a Racconigi per la riproduzione in cattività. Dal 2000 in poi oltre 40 esemplari sono stati portati nel Gargano per il successivo rilascio.
Il Progetto Anatidi, patrocinato dalla LIPU nel 1989, si occupa anche della Moretta tabaccata e dell’Anatra marmorizzata, entrambe piuttosto rare in Italia.
Il CRAS di Racconigi
Dal 2000 il Centro Cicogne e Anatidi ospita anche il C.R.A.S. (Centro Recupero Animali Selvatici) di Racconigi, istituito dal Servizio Tutela Flora e Fauna della Provincia di Cuneo e sostenuto dall’Osservatorio Faunistico della Regione Piemonte.
La struttura può contare su diverse voliere: 6 per specie piccole, 11 per quelle di medie dimensioni, 6 per specie grandi, 2 voliere tunnel di 13 e 30 m, 5 per uccelli acquatici. I veterinari, fra cui Gabriella Vaschetti, responsabile scientifica del centro, e i volontari prestano le prime cure, poi la degenza avviene nelle voliere non visibili al pubblico. Gli uccelli vengono marcati con un anello dell’INFS (Istituto Nazionale Fauna Selvatica), e una volta ristabiliti vengono immessi nella voliera d’involo, dove potranno riesercitare le ali. Quando sono pronti, la finestra in fondo viene aperta e spetterà a loro decidere se allontanarsi liberamente, restare ancora un po’, o uscire e rientrare per un po’ di tempo, finché si sentiranno più sicuri. Questa modalità di rilascio smussa le difficoltà dei primi tempi nel trovare rifugio e cibo, e aumenta quindi le possibilità di sopravvivenza. Dagli iniziali 300 ricoveri all’anno, si è passati nel 2020 agli oltre 600.
Il CRAS è anche il centro di riferimento regionale per il recupero di cicogne e gru.
La visita
Tutte le aree del Centro, compresi i piccoli stagni per anatidi, quello del Gobbo rugginoso, il grande prato delle oche, i capanni, la visita alla voliera d’involo del CRAS e i 2 Km di camminamenti, sono attrezzati anche per la fruizione con carrozzine. Il percorso dura in media 45 minuti.
I visitatori hanno a disposizione un parcheggio, un’area pic nic, servizi igienici e servizio caffè&ristoro con book shop e gadget del Centro. In queste aree sono ammessi animali, ma solo al guinzaglio. Invece, all'interno del Centro non è ammessa l’introduzione di animali.
Un binocolo e una macchina fotografica sono l’ideale per godersi l’osservazione della fauna, sia allevata che in libertà, in questa oasi che è diventata ormai un punto di riferimento per i birdwatcher piemontesi (e non solo).
Orari e Ingresso
Per gli orari e le tariffe d’ingresso è fortemente consigliato consultare il sito del Centro:
https://cicogneracconigi.it/orari-1
Ingresso adulti: 7,00 euro
Ingresso ragazzi 5-14 anni, soci LIPU, Racconigesi con carta d’identità: 5,00 euro
Ingresso disabili e accompagnatori: gratuito
https://cicogneracconigi.it/ingressi
Contatti
Associazione Centro Cicogne e Anatidi
via Stramiano, 30 ‐ 12035 Racconigi (CN)
Tel 0172 83457
info@ cicogneracconigi.it
associazionecentrocicogne@ pec.it
Socials
https://www.facebook.com/centrocicogneracconigi/
https://www.instagram.com/centro_cicogne_racconigi/?hl=it
https://www.youtube.com/channel/UCbVSAfvJMkHf7cxau_wjqgw?view_as=subscriber
Bibliografia
BLOESCH M., 1980 - Drei Lahrzehnte Schweizerischer storchansidlungsversuch (Ciconia ciconia) in Altreu 1948-1979 - Der Ornithologiste Beobachter, 77: 167-194.
BRICHETTI P., 1983 - Distribuzione geografica degli uccelli nidificanti in Italia, Corsica e isole Maltesi 2. Famiglie Phalacrocoracidae, Ciconiidae e Treskiornithidae - Natura Bresciana, 19 (1982): 97-157
CAULA B., BERAUDO P.L., 2014. Ornitologia cuneese. Indagine bibliografica e dati indediti. Primalpe, Cuneo.
CAMANNI & TALLONE (1990): Il Progetto di reintroduzione della Cicogne bianca (Ciconia ciconia) in Italia, 1985-1989 (Aves, Ciconiidae). Rivista Piemontese di Storia Naturale, 11, 1990: 171-183.
Autore: Dario Olivero, Gabriella Vaschetti