Meteore: come osservarle

Nel suo viaggio nello spazio intorno al Sole, la Terra attraversa diverse nubi di polveri abbandonate dalle comete di passaggio. Le comete vengono definite "palle di neve sporche" per essere composte principalmente da ghiaccio, neve e polveri. Avvicinandosi al Sole vengono investite dal "vento solare" e perdono ad ogni passaggio una certa quantità di piccoli detriti: minuscoli granelli di polveri che rimangono nella regione di spazio del transito.

Quando la Terra le attraversa, la sua gravità attira i meteoroidi, granelli in orbita che, entrati in atmosfera, prendono il nome di  meteoriti e precipitano: nell'attrito con le molecole d'aria vengono abrase, si scaldano e i frammenti si ionizzano insieme alle molecole atmosferiche. La scia luminosa è data dall'unione della luminosità prodotta dall'ablazione della meteora e dal processo di ionizzazione e ricombinazione elettronica dei gas atmosferici eccitati.

Ad ogni nuvo passaggio di una cometa, la sua scia di detriti si ricarica e la pioggia meteorica successiva potrà mostrare una frequenza più alta di stelle cadenti all'ora. Al passaggio di comete di lungo periodo, come migliaia di anni, o addirittura di quelle occasionali che visitano il Sistema Solare una volta sola, si può produrre ugualmente una nube di polveri che genererà una pioggia meteorica per periodi anche lunghi.

Se si tratta invece di materiali più grandi e luminosi si parla di bolidi, che possono esplodere in atmosfera con spettacolari vampate colorate e lasciare delle scie che permangono in cielo anche fino a 45 minuti.

Nel caso, infine, che il detrito arrivi a toccare il suolo non si parla più di meteora ma di meteorite: molto più rare, in pochissimi casi possono essere pericolose. Pare che le maggiori per dimensioni abbiano causato alcune delle estinzioni di massa sul nostro pianeta, ma con frequenze dell'ordine di centinaia di milioni di anni.

 

Lo spettacolo delle meteore ha affascinato l'umanità fin dai tempi più remoti, ma è solo dagli studi di Edmond Halley, che nel 1705 riconobbe la periodicità della cometa dopo averla osservata nel 1682 ed aver confrontato le testimonianze del 1456, 1531 e 1607. Da allora si iniziò a comprendere il meccanismo di formazione delle piogge meteoritiche.

 

La più famosa di queste è dovuta alla cometa Swift-Tuttle, che ogni 133 anni passa vicino al sole (il precedente passaggio al perielio fu nel 1992, il prossimo sarà a luglio 2126), con il massimo che cade in agosto con circa 60 meteore all'ora, ma la presenza della Luna può ridurre la visibilità a sole 15-20 meteore all'ora (comunque nelle migliori condizioni osservative con cielo buio, senza polveri e sereno).

 

Le varie scie delle pioggie meteoritiche paiono irradiarsi a raggera da un punto, e la pioggia prenderà il nome della costellazione di quella regione del cielo. L'ingresso in atmosfera, che segna l'origine della scia, non sarà però in quel punto, che resterà come un'area senza stelle cadenti, ma un poco discosto.

 

COME GUARDARE

Per osservare le meteore è sufficiente stendersi a terra o su una sdraio e guardare semplicemente il cielo. Si consiglia comunque di attrezzarsi per eventuali momenti freschi nella notte (vestiti adeguati o coperta).

Dal momento del tramonto in poi occorre prevedere di far abituare gli occhi al buio per circa 20-40 minuti. Sarà importante che non ci siano luci artificiali nei dintorni o fari di auto di passaggio, che possono disturbare l'adeguamento dell'occhio all'oscurità (con conseguente nuova attesa).

Le aree cittadine sono le meno adatte per via dell'inquinamento luminoso, mentre le migliori in Piemonte restano quelle in alta montagna: per esempio, il cielo di Castelmagno e i suoi dintorni sono molto tersi e bui e presentano caratteristiche ideali per l'osservazione del cielo, tanto che si sta proponendo questo sito per il riconoscimento come Patrimonio dell'Umanità da parte dell'UNESCO. Altre aree adatte sono le vallate alpine, i rifugi in quota, ma anche solo andando in campagna, sia n pianura che in collina, le condizini migliorano molto.

 

PIOGGE METEORICHE

Per un elenco delle piogge meteoriche durante l'anno si rimanda alla pagina Wikipedia dedicata, QUI

oppure sul sito popastro in inglese, consultabile QUI

Vengono riportate qui unicamente le più luminose, in ordine di comparsa durante l'anno, indicando la data del picco, che comunque andrà verificata volta per volta per le inevitabili piccole variazioni durante gli anni.

 

  • Quadrantidi: 3 gennaio
  • Liridi: 22 aprile
  • Eta Acquaridi: 6 maggio
  • Arietidi: 7 giugno
  • Perseidi: 12 agosto
  • Orionidi: 21 ottobre
  • Geminidi: 14 dicembre
  • Ursidi: 22 dicembre

 

 

COME FOTOGRAFARE     

 

Ad occhio nudo il numero di meteore avvistate dipenderà dalla condizione fisica dell'occhio, ma catturando le immagini con una fotocamera si possono fissare anche le scie più deboli, creando fotografie utili anche nei conteggi scientifici.

Per le foto ci si può appostare fra la mezzanotte e l'inizio dell'alba, cioè durante le ore più buie. Si individua il radiante, cioè la costellazione di apparente provenienza della piogia, e si punta la fotocamera nei dintorni (fra 45 e 90 gradi, ma non nel radiante stesso, dove non si vedono meteore, che invece "scappano" illuminandosi intorno a questo punto del cielo).

Da un punto di vista prettamente estetico, l'inclusione nell'inquadratura di alcuni elementi del paesaggio può aiutare molto.

Con le fotocamere reflex o compatte si può tentare alcune semplici foto in modalità manuale, impostando:

ISO: 800, 1600 o 3200.

TEMPI: tra 5 e 15 secondi. Qui il consiglio è di fare numerose prove nelle sere precedenti, con diversi tempi e ISO. Ricordarsi che più l'obiettivo è lungo, più i tempi devono essere brevi o tutte le stelle avranno l'effetto "striscia".

DIAFRAMMA: meglio sceglierne uno aperto, anche a tutta apertura (f2.8 o 1.4).

OBIETTIVO: con un grandangolo si catturano più scie, ma appariranno più piccole: un 50 mm permette di avere abbastanza apertura e scie consistenti.

SCATTO: la fotocamera deve essere montata su cavalletto o comunque fissata. Sarà necessario uno scatto a distanza (per es. con il wifi dello smartphone) oppure impostare lo scatto ritardato a 2 o 10 secondi), magari col presollevamento dello specchio se la fotocamera lo consente. Nel caso di mirrorless o compatte questo non è necessario.

Queste impostazioni possono andar bene anche per fotografare le altre luci deboli che si potrebbero trovare nei dintorni di notte, ad esempio il volo delle lucciole.

É possibile anche tentare con lo smartphone: in questo caso si possono provare alcune app dedicate alla fotografia astronomica.

Non aspettiamoci risultati eccelsi con il cellulare, perché per eliminare il rumore digitale bisognerebbe comunque elaborare le foto con un software apposito e tecniche complesse. Ma la limitazione intrinseca del sensore molto piccolo non permette un risultato tecnicamente paragonabile a quello delle Full Frame, anche se in certi casi le elaborazioni automatiche via software possono restituire comunque risultati molto gradevoli.

 

COME RACCOGLIERLE

Esiste una tecnica molto semplice per tentare di raccogliere micrometeoriti: recandosi in un'area lontana da attività umane (niente città, cantieri, fabbriche ecc nei dintorni. Per esempio si può andare in montagna), porre una bacinella all'aperto e lasciarla alcuni giorni. Se pioverà successivamente alle sere delle meteore, alcune di queste potrebbero venire catturate dalle goccioline che vanno formandosi in atmosfera ed essere usate come nucleo di condensazione delle gocce di pioggia. Poiché le meteoriti contengono di solito minerali ferrosi, passando una grande calamita sul fondo della bacinella si dovrebbe poter selezionare le sferette metalliche di origine extraterrestre, che potranno poi essere osservate al microscopio stereoscopico.

Resta comunque inteso che le attività umane possono creare moltissime sferette simili, nelle zone dove è praticato il taglio del ferro o la saldatura ecc... ma se si sarà scelto un luogo sufficientemente lontano e isolato, le possibilità di trovare effettive micrometeoriti aumenteranno.

BIBLIOGRAFIA

 

 

Wikipedia: elenco piogge meteoriche

 

Popastro.com: Meteor shower list

 

Cipriani, Curzio: Meteoriti: natura e provenienza. Pianeta Galileo, 2006

Scaricabile in pdf QUI

 

Come raccogliere micrometeoriti: dal sito UAI (Unione Astrofili Italiani)

 

UAI (Unione Astrofili Italiani): pagina dedicata alle meteore

 

 

 

Autore: Dario Olivero

Tag: meteore, piogge meteoriche, meteoriti, stelle cadenti