Un Museo di Storia Naturale si basa sempre su collezioni storiche di molti reperti, riguardanti tutte o alcune discipline naturalistiche quali la botanica, l’entomologia, la zoologia, la paleontologia e ancora la geologia, la mineralogia, la petrografia e l’antropologia. Le raccolte di tali campionirappresentano quindi un elemento costitutivo del Museo e sono fondamentali per la comprensione e la catalogazione del patrimonio naturale della Terra.
Excursus
Eppure i criteri con cui il patrimonio naturalistico è stato esposto sono cambiati e si sono evoluti in funzione dello spirito del tempo. In questa sede ne vorremmo fare un brevissimo, parziale e non esaustivo excursus.
A fine ‘500 alcuni sovrani e nobili erano soliti conservare raccolte di oggetti straordinari nelle “Camere delle meraviglie / camere delle rarità” wunderkammer, che esponevano sì reperti rari ed originali, ma senza nessun criterio di collocazione poiché erano esposti unicamente per stimolare la curiosità e la meraviglia degli osservatori. Si potevano osservare infatti tanto manufatti umani, cimeli come anche reperti naturali. Le “camere delle Meraviglie” furono in pratica le “antenate” del Museo, sebbene in esse non ci fossero criteri di sistemazione del materiale.
Tali “camere delle Meraviglie” si svilupparono per tutto il ‘600 e anche in questo secolo i materiali esposti avevano più una funzione di decoro che di raccolta sistematica di reperti naturali. Tra queste collezioni possiamo citare il museo di Ferrante Imperato (1599) a Napoli, il Museo di Ole Worm (1655) a Copenaghen, il Museo di Manfredo Settala (1666) a Milano e il Museo di Ferdinando Cospi (1677) a Bologna, che curò anche il famosissimo museo di Ulisse Aldrovandi, coevo, sempre a Bologna. Aldrovandi utilizzava le sue collezioni non solo come semplice wunderkammer, ma anche e soprattutto come sussidio didattico nelle sue lezioni all'Università di Bologna.
Nel ‘700 poi le “camere delle meraviglie” si arricchirono maggiormente di reperti naturalistici in linea con la curiosità scientifica propria dello spirito dell'Illuminismo.
L’Imperiale e Reale Museo di Fisica e Storia Naturale dove si potevano osservare campioni di minerali, di piante, animali e in cui c’erano anche sale di astronomia ed antropologia: venne allestito nel 1763 dal naturalista e scienziato fiorentino Giovanni Targioni Tozzetti, su incarico del Granduca Pietro Leopoldo di Lorena. Oggi i reperti sono conservati al museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze.
Anche il Museo di Storia Naturale di Milano ha una origine antica; fu infatti voluto da Napoleone nel 1808 e venne annoverato tra quelli più importanti della sua categoria in Europa, qualifica che mantiene tutt’oggi.
Il Real Museo Mineralogico di Napoli fu istituito nel 1801 da Giuseppe Melograni per volere del re Ferdinando IV. Fu il primo istituto nel suo genere in Italia. Fin da allora ha sede nella ex Biblioteca del Collegio Massimo dei Gesuiti, nel complesso architettonico della Casa del Salvatore.
IL MUSEO UN TEMPO
L’impostazione dei primi Musei di Scienze naturali era fondamentalmente visiva ed osservativa. I campioni tassidermici o fissati a supporti erano classificati ed esposti in teche pensate per l’osservazione e lo studio degli specialisti. Visitare il museo significava dunque adeguarsi ad un percorso espositivo frontale e silenzioso, a meno di essere guidati da un esperto nel percorso dell’esposizione. Nonostante queste carenze, si deve riconoscere che il museo naturalistico contribuì in maniera determinante allo sviluppo delle scienze, quali ad es. la zoologia sistematica e l’anatomia comparata. Tuttavia restava soltanto un luogo di cultura e di ricerca scientifica, estraneo ad una funzione sociale. Alcuni esemplari erano spesso relegati in anguste vetrine oppure erano nascosti in qualche magazzino in attesa di tempi migliori.
Al giorno d’oggi, ciò che resta dei musei più antichi viene di solito valorizzato proprio in funzione della storia che esso stesso può raccontare, che diventa un’altra materia presentata nel percorso espositivo. A volte, i palazzi in cui sono ospitati sono così legati al museo che ne risulterebbe una grave perdita se fossero traslati altrove. Si cerca comunque, anche in questi casi, di modernizzare il percorso di visita con allestimenti al passo coi tempi, pur senza perdere l’atmosfera storica (un esempio è il Museo Craveri di Bra).
IL MUSEO ATTUALE
Con il passare del tempo si pensò di dare una maggior occasione al pubblico perché potesse fruire delle bellezze e delle risorse del museo e fosse più coinvolto. Il Muse di Trento è oggi sicuramente un museo all’avanguardia per come sa esporre ed incuriosire i visitatori verso i suoi tesori. I suoi vari piani (cinque) sono pensati per proporre alle persone un viaggio che parte dalla storia della vita ed arriva fino ai ghiacciai, creando un allestimento immersivo, perché le gallerie tematiche dell’esposizione non sono racchiuse in spazi rigidamente delimitati e i reperti non sono dentro teche ma appesi a cavi o poggiati su tavoli. Un’altra tipologia di esposizione sono i diorami, che presentano piante e animali non come esseri estrapolati dal contesto, ma in vere e proprie ricostruzioni di ambienti naturali con tutti gli elementi che li compongono, geologici e biologici: un esempio è il Museo di Storia Naturale di Berna oltre alla maggior parte dei musei moderni. Inoltre c’è un equilibrio tra i campioni reali, contenuti multimediali e giochi interattivi in modo che l’ospite, dal più piccino al più anziano, possa essere completamente catturato dalla visita ed al contempo divertito ed interessato ai contenuti proposti. Il museo è inteso dunque non più come semplice esposizione di materiale classificato ma come grande laboratorio aperto alla curiosità di tutti. E ottiene questo risultato senza trascurare la parte rivolta alla ricerca e all’approfondimento per gli studiosi e gli esperti.
IL MUSEO VIRTUALE
Una ulteriore categoria di musei scientifici e naturalistici è quella virtuale. In questo caso il sito internet può essere un catalogo di un museo materiale, e riportarne la mappa, le immagini delle collezioni, gli orari ecc., ma anche le attività didattiche, le ricerche scientifiche, le conferenze, la biblioteca e tutti gli aggiornamenti che si susseguono nel tempo. Un esempio è il Museo Galileo, che riporta i reperti del ricco museo omonimo e, all’interno del sito, si trova il Museo Virtuale, dedicato ai soli reperti: (piccola curiosità: il Museo Appunti che state leggendo ha fra le fonti di ispirazione anche il Museo Virtuale Galileo).
GLI ORTI BOTANICI E GLI ERBARI
Molto spesso, soprattutto nei secoli passati, al museo naturalistico era spesso associato un orto botanico (hortus vivum) e un erbario (hortus siccus). Alcuni esempi possono essere Torino, Pisa, Bologna. L’orto botanico era una derivazione scientifica degli Orti dei Semplici, cioè giardini e orti dove si coltivavano erbe medicinali per la preparazione dei “Semplici” (le droghe grezze). Non solo i monasteri, ma anche gli ospedali ne avevano sempre uno.
BIBLIOGRAFIA
American Museum of Natural History - New York
Breve storia della Tassidermia - Università di Pisa - Museo di Storia Naturale
Casa del Salvatore, che ospita il Museo di Mineralogia di Napoli
Chiara Nepi, 2017: "Una parte dell'Erbario Micheli‐Targioni Tozzetti, conservato nella sezione di Botanica del Museo di Storia Naturale dell'Università di Firenze". Notiziario della Società Botanica Italiana, 1 (1): 5‐62, 2017 Convegno “Il Giardino dei Semplici tra passato e futuro”.
Galleria Pisana fra '600 e '700 - Università di Pisa - Museo di Storia Naturale
Wikipedia: elenco alle descrizioni di alcuni Musei di Storia Naturale
Jardin des Plantes - Parigi
Museo di Storia Naturale di Berna
Sito internet del Museo Civico di Storia Naturale di Milano
Le trasformazioni del Museo di Storia Naturale di Milano
Il Museo Virtuale del Museo Galileo
Museo di Mineralogia di Napoli
Museo Oceanografico - Monaco
Museo Settala - Milano
Il Museo di Storia Naturale di Washington
Natural History Museum - Londra
Scheda a cura di: Ornella Reinaudo, Dario Olivero